Imparare a scrivere codice pulito non cambia solo il modo in cui programmi.
Mi sta insegnando la disciplina e la costanza nello studio, a rimanere motivato e attivo giorno dopo giorno, e soprattutto a non essere passivo di fronte alla vita.
Cambia il modo in cui pensi, agisci, vivi, perché ti impone di essere presente, attento, connesso a ciò che fai.
Sembra un paradosso, ma non lo è.
Dalla confusione alla chiarezza: progettare la vita prima del codice
C'è stato un momento in cui vivevo come scrivevo codice: senza pensarci troppo. Andavo avanti a testa bassa, reagendo a quello che arrivava. A volte le cose funzionavano, altre volte sembrava tutto un groviglio difficile da sistemare.
Poi ho scoperto il concetto di clean code. E mi si è accesa una lampadina. Non era solo una tecnica di scrittura, ma una filosofia di presenza.
Scrivere codice pulito significa fermarsi, capire cosa stai facendo, avere uno scopo preciso. Significa farti domande come:
- Qual è l'obiettivo?
- Cosa voglio ottenere da questa scelta?
E soprattutto: è qualcosa che posso sostenere nel tempo, o mi sto incasinando da solo?
Ho cominciato così ad applicare questi stessi principi anche fuori dal codice. E ho capito che la chiave non era solo essere organizzati. Era essere presenti.
Sempre più spesso mi trovo a fare analogie tra quello che mi accade nella vita e ciò che ho imparato nel mondo dello sviluppo. Quando qualcosa va storto, quando reagisco male o mi sento confuso, è come se stessi rileggendo un blocco di codice troppo lungo, pieno di condizioni e senza una logica chiara.
Mi fermo, ripercorro le righe del mio comportamento e cerco il punto in cui ho perso il controllo, preso una scorciatoia o ignorato una regola che già conoscevo. E provo a ristrutturare, a semplificare, a riscrivere quella parte del mio "codice mentale" in modo più chiaro, più umano, più vero.
Vivere nel presente non significa dimenticare il passato, ma imparare a osservarlo con lucidità: analizzare gli errori senza giudizio, riconoscere i momenti in cui ho agito in modo impulsivo o disordinato. Solo in questo modo posso evitare di ripetere certi schemi.
Solo così posso costruire un presente solido, che non sia solo reazione al caos, ma azione guidata da consapevolezza.
Essere consapevoli vuol dire scegliere con intenzione: a cosa dare attenzione, a cosa dire di no, e quale sarà la prossima riga della giornata. Come se fosse una funzione ben scritta: chiara, leggibile, coerente con ciò che sei.
Disciplina e benessere: il corpo parla alla mente
Non è solo questione di logica e programmazione: essere focalizzati e presenti parte da come ci sentiamo. Ho imparato a dedicare del tempo a me stesso, con disciplina. Ogni settimana cerco di allenarmi con costanza, anche quando non ne ho voglia.
Due attività che mi accompagnano da anni sono la mountain bike e il calisthenics. Il calisthenics è una forma di allenamento a corpo libero che risale addirittura all'antica Grecia. Mi ha insegnato a semplificare: ho eliminato i pesi, la palestra, le scuse. Mi alleno a casa, con costanza e motivazione, e vedo i risultati — controllo del corpo, forza, equilibrio. Questo mi fa stare bene. E quando stai bene, vuoi continuare a farlo.
La stessa cosa succede con la MTB. Andare in bici tra i sentieri mi fa respirare, divertire, rallentare e osservare. Affronto salite dure e tecniche, e poi mi godo le discese con il sorriso. Sono momenti in cui torno bambino, in cui non esistono pensieri se non il presente.
Allenarsi non è solo una questione fisica. È un messaggio che mandi a te stesso: "Io do valore al mio tempo". Valorizzare il proprio tempo significa riconoscere che ogni ora, ogni minuto, ha un impatto sulla nostra qualità di vita. Significa dire a se stessi: "Merito momenti di crescita, merito spazio per me, merito energia positiva intorno a me".
Questo non vuol dire inseguire la produttività a ogni costo, ma scegliere con cura come spendere il nostro tempo, con chi condividerlo e, soprattutto, perché. È una dichiarazione di identità e rispetto personale: il mio tempo conta, e ciò che faccio con esso definisce chi sono e dove sto andando.
Quando il corpo è attivo, la mente si ricarica. Quando ci guardiamo allo specchio e ci piacciamo, anche la mente lo percepisce. E ci ripaga con energia, autostima e motivazione.
Se ti piaci, ti credi. E se ti credi, agisci di conseguenza. L'equilibrio mentale non si costruisce solo con i libri o i podcast, ma anche sudando, respirando, vivendo.
Focalizzazione, non fissazione
Non voglio venderti un modello di vita perfetto, in stile Silicon Valley. Né dirti che la vita va ottimizzata
come un ciclo for
. Ma c'è un principio semplice che ho imparato osservando me stesso — e anche scrivendo codice:
Quando tutto è importante, nulla è importante.
La vita ti chiede scelte consapevoli. Serve priorità, focalizzazione, essenzialità. Ogni giorno scelgo consapevolmente cosa fare, non seguo più le "cose da fare" solo perché capitano o perché qualcun altro le considera urgenti. Mi sforzo di capire cosa ha davvero senso oggi per me, cosa costruisce il mio percorso, cosa mi allinea con ciò che sono e voglio diventare.
Questo approccio è stato ispirato da tanti pensatori e autori che hanno lasciato il segno nella storia della crescita personale e della consapevolezza. Viktor Frankl, nel suo libro "L'uomo in cerca di senso", ci insegna che anche nei momenti più duri possiamo scegliere come rispondere alla vita. Eckhart Tolle, con "Il potere di adesso", ci ricorda che la presenza nel momento attuale è la vera chiave per vivere con pienezza.
Viviamo in un'epoca in cui tutto ci vuole rapidi, reattivi, multitasking. Ma la vera forza oggi è saper rallentare, focalizzarsi su una cosa sola per volta, dire di no a tutto il resto.
Non è semplice. Rallentare richiede coraggio. Significa andare controcorrente, mentre il mondo spinge verso l'accelerazione continua. Significa imparare a stare dove sei, senza voler essere altrove. Significa accettare il vuoto, il silenzio, il tempo non ottimizzato.
Significa riconoscere che la tua attenzione è il bene più prezioso che hai, e che non puoi regalarla a chiunque o a qualunque cosa.
Essere presenti è un atto rivoluzionario. E non parlo di mindfulness da copertina, ma di vera presenza attiva: quando sei con una persona, esserci davvero. Quando stai facendo qualcosa, farla senza distrazioni. Quando senti una fatica, attraversarla e non anestetizzarla.
In questo modo, ogni azione si carica di significato. Ogni scelta è una costruzione. Ogni respiro diventa parte del progetto più importante: la tua vita.
La differenza tra una vita appesantita e una vita in espansione è nella chiarezza delle intenzioni: sapere chi sei, dove vuoi andare e, soprattutto, sapere che puoi scegliere. Sempre.
Il tempo libero è un alleato, non una distrazione
Nel mio tempo libero cerco di ricaricare le batterie. E una delle cose che amo di più sono i viaggi in moto. Amo perdermi per strade secondarie, sentire il vento in faccia, attraversare territori nuovi. Mi rigenera, mi centra, mi aiuta a staccare la mente.
Ma non serve per forza la moto: il punto è ritagliarsi tempo vero per vivere, senza produttività, senza scopi. Solo per il gusto di esserci. Per me il tempo libero è sacro. Non è qualcosa che "avanza" dopo il lavoro: è ciò che dà senso e sostanza a tutto il resto.
È proprio in quei momenti di silenzio, gioco, esplorazione che ritrovo me stesso. Ed è lì che rinasce la voglia di creare, di costruire, di impegnarmi davvero nei miei progetti quotidiani.
Il tempo libero, se vissuto pienamente, nutre la motivazione, amplifica l'energia, rigenera il pensiero. È una ricarica mentale e spirituale che rende più nitido l'obiettivo, più stabile la determinazione, più chiaro il percorso.
Stare con gli amici, viaggiare, prendersi cura degli affetti, osservare il mondo... fa bene. Ti restituisce presenza. Ti connette con ciò che è reale. Ti permette di tornare più lucido, più ispirato, più efficace.
Anche il miglior codice ha bisogno di pause. Anche la mente.
Codice pulito, vita allineata: piccole scelte, grandi trasformazioni
Quando ho iniziato a scrivere codice in modo più ordinato, non avrei mai immaginato che avrebbe trasformato anche il mio modo di pensare. Mi ha insegnato a semplificare, a togliere il superfluo, a cercare chiarezza nei ragionamenti e intenzionalità nelle azioni.
È diventato un modo di pensare:
più logico, ma anche più autentico;
più chiaro, ma anche più coerente con i miei valori.
Meno reattivo, più riflessivo. Connesso non solo ai miei obiettivi, ma anche a ciò che conta
davvero per me.
Scrivere codice con cura è diventato un esercizio di consapevolezza. È un atto di rispetto verso chi leggerà quel codice dopo di me, certo. Ma prima ancora, è rispetto verso me stesso: verso il mio tempo, le mie energie, la mia storia.
Oggi posso dirlo con serenità: ogni scelta che faccio nella vita segue la stessa filosofia. E so bene che se qualcuno dei miei amici che mi frequenta ogni giorno leggerà queste righe, magari sorriderà o storcerà un po’ il naso. Non sono un santone, e nemmeno qualcuno che riesce sempre a essere lucido, consapevole e motivato. Ci sono giorni in cui inciampo, in cui mi perdo, in cui mi viene voglia di mollare tutto.
Ma proprio per questo ci tengo a scrivere tutto questo: perché è un percorso che sto vivendo davvero. Non è teoria. È pratica quotidiana. È una direzione. È una scelta. Voglio imparare ad applicare sempre di più questi concetti perché voglio davvero raggiungere i miei obiettivi. E, ancora di più, voglio realizzare i miei sogni.
Ogni progetto che porto avanti, ogni momento libero che proteggo, ogni "sì" e ogni "no" che dico... è una riga del mio codice personale.
Qualche giorno fa, ad esempio, ho detto "no" a una giornata del weekend che avrei passato con persone con cui non mi sentivo allineato, per dire "sì" a una giornata in solitaria tra i boschi con la mia MTB. Poteva sembrare una piccola scelta, ma per me ha significato nutrire la mente, il corpo e la mia identità. Sono quelle decisioni quotidiane, spesso invisibili agli altri, che costruiscono il nostro percorso più autentico.
La mia vita è un progetto open source. E sono io il primo a doverla scrivere bene.
🧭 Vuoi davvero cambiare la tua vita? Fermati un attimo. Guardati intorno. E chiediti: dove sei davvero, adesso? Non solo fisicamente. Mentalmente. Emozionalmente. Interiormente.
Se anche solo una parte della tua risposta contiene insoddisfazione, frustrazione o senso di smarrimento, allora è il segnale giusto per cominciare. Non serve stravolgere tutto: basta scegliere con intenzione la prossima azione.
Inizia dal tuo modo di pensare. Dalla tua postura mentale. Dal modo in cui reagisci alle cose. Allena il corpo, perché quando il corpo si muove, anche la mente respira. Chiarisci la mente, perché nel silenzio nasce la direzione. Scegli i tuoi obiettivi, ma non per doverli inseguire: per viverli con significato.
Crea spazi di presenza, coltiva abitudini sane, circondati di ciò che ti nutre davvero. E se sei uno sviluppatore, inizia anche da come scrivi il tuo prossimo metodo. Perché a volte, scrivere codice in modo più pulito è solo il primo passo per riscrivere meglio anche te stesso.